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Programmi europei Riduci

Programmazione dei fondi europei 2014‐2020

 
L’orizzonte temporale e strategico Europa  2020 è la base della nuova programmazione dei fondi EU.
La strategia Europea è concentrata  su  alcune priorità:
crescita intelligente: sviluppare un'economia basata sulla conoscenza e sull'innovazione;
crescita sostenibile: promuovere un'economia più efficiente sotto il profilo delle risorse, più verde e più competitiva;
crescita inclusiva: promuovere un'economia con un alto tasso di occupazione che favorisca la coesione sociale e territoriale.

L’azione strategica dovrà avere grande effetto anche all’interno dei programmi attuativi regionali.
Il percorso tracciato dall’UE per giungere ai singoli programmi regionali assegna, rispetto al passato, un ruolo più importante al livello nazionale e rende quindi necessario che le Regioni siano in grado di negoziare in modo consapevole i contenuti strategici che saranno fissati nel
Contratto di partenariato tra lo Stato e l’UE. 

I fondi erogati dall’Unione europea finanziano due grandi tipologie di iniziative, cui corrispondono relative categorie di spesa: fondi a gestione diretta ed indiretta 

Fondi a gestione diretta

Diversamente dai Fondi strutturali erogati dalle Regioni, i fondi per le politiche dell’Unione europea sono erogati direttamente dalle diverse Direzioni generali della Commissione europea (DG). Esiste dunque in questo caso un rapporto diretto tra la Commissione ed i fruitori dei fondi.

Horizon 2020 è il nuovo Programma del sistema di finanziamento integrato destinato alle attività di ricerca della Commissione europea, compito che spettava al VII Programma Quadro, al Programma Quadro per la Competitività e l'Innovazione (CIP) e all'Istituto Europeo per l'Innovazione e la Tecnologia (EIT).
Il nuovo Programma è attivo dal 1° gennaio 2014 fino al 31 dicembre 2020, e supporterà l'UE nelle sfide globali fornendo a ricercatori e innovatori gli strumenti necessari alla realizzazione dei propri progetti e delle proprie idee. Il budget stanziato per Horizon 2020 (compreso il programma per la ricerca nucleare Euratom) è di 70.2 miliardi di €

Horizon 2020 ricerca i bandi attivi

Il programma LIFE è articolato in due sottoprogrammi: “Ambiente” e “Azione per il clima”. Entrambi possono essere usati per azioni per Natura 2000 perché vi sono molte potenziali sinergie tra obiettivi ambientali e climatici, in quanto i progetti possono andare a beneficio di finalità multiple.  

Il sottoprogramma Ambiente è costituito da tre settori prioritari:
• Biodiversità estende il sostegno allo sviluppo di buone pratiche per le sfide legate alla biodiversità, restando comunque incentrato su Natura 2000.
• Ambiente ed efficienza delle risorse si focalizzerà sull’attuazione della politica e della normativa
ambientale dell’Unione ed escluderà l’innovazione orientata alla riproducibilità commerciale, dato che questo aspetto sarà coperto in modo migliore da Orizzonte 2020.
• Governance e informazione promuoverà più attivamente la diffusione delle conoscenze ai fini del processo decisionale e lo sviluppo delle migliori pratiche per un maggiore e più efficace rispetto delle norme, oltre a campagne di sensibilizzazione.

Programma LIfe 2014-2020

 Fondi a gestione diretta

L’azione  strategica dovrà avere grande effetto anche  all’interno  dei programmi attuativi regionali.  
Il  percorso  tracciato  dall’UE  per  giungere  ai  singoli  programmi regionali  assegna,  rispetto  al  passato,  un ruolo  più  importante  al  livello  nazionale  e  rende 
  quindi  necessario  che le Regioni  siano in  grado di  negoziare in modo consapevole i contenuti strategici che saranno fissati nel Contratto di partenariato tra lo Stato e l’UE.

Per affrontare le sfide economiche, ambientali e sociali imposte dalla crisi sono necessarie riforme strutturali che favoriscano la crescita e gli investimenti per il rilancio dell’occupazione. E a tale scopo i fondi strutturali a disposizione dell’Italia per il 2014-2020 ammontano a 31 miliardi e 131 milioni di euro. Volendo mirare al rilancio del sistema produttivo che si viene a trovare in uno stato di profonda crisi, le risorse sono così ripartite: 7.695 milioni sono destinati alle Regioni più sviluppate; 1.102 milioni alle Regioni in transizione; 22.334 milioni di euro a quelle maggiormente arretrate. Sempre dall'Ue provengono 1.137 milioni per la cooperazione territoriale, 659 milioni dal Fondo per gli indigenti e 10.430 milioni dal il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale. Infine, a queste risorse si sommeranno circa 55 miliardi provenienti dal Fondo sviluppo e coesione, di cui l'80% per le Regioni del Centro-Sud e il 20% per il Centro-Nord.
Per garantire impatti economici, ambientali e sociali di lunga durata, nella sua proposta per il Quadro Finanziario Pluriennale 2014-2020, la Commissione ha delineato un nuovo approccio per l'utilizzo dei seguenti fondi: 21,2 miliardi per il Fondo europeo di sviluppo regionale(FESR), 9,9 miliardi per il Fondo sociale europeo (FSE), oltre ai già citati 10,4 miliardi per il Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) a cui si aggiungeranno le risorse per il Fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca, la cui somma sarà definita con il regolamento comunitario di prossima approvazione.

Per stabilire la strategia, i risultati attesi, le priorità, i metodi d'intervento e d'impiego dei fondi comunitari, la Commissione europea ha introdotto, appunto, l'Accordo di Partenariato: un documento che definisce la strategia e le priorità d'intervento di ogni Stato membro, nonché le modalità d'impiego dei Fondi Strutturali europei. A tale scopo il regolamento stabilisce che ciascuno Stato deve presentare il proprio Accordo di partenariato alla Commissione entro 4 mesi dall’entrata in vigore del regolamento e potranno essere adottati al massimo entro la fine di agosto 2014.

Per avere un quadro completo sugli strumenti finanziari la Commissione Europea ha creato un’apposita guida sui Fondi Strutturali 2014-2020 dove vengono approfondite e spiegate le azioni legate agli 11 obiettivi tematici dei Fondi.

Guida sui fondi strutturali

"Le Aree Interne rappresentano una parte ampia del Paese – circa tre quinti del territorio e poco meno di un quarto della popolazione – assai diversificata al proprio interno, distante da grandi centri di agglomerazione e di servizio e con traiettorie di sviluppo instabili ma tuttavia dotata di risorse che mancano alle aree centrali, "rugosa", con problemi demografici ma anche fortemente policentrica e con forte potenziale di attrazione.
Intervenire in modo deciso è un impegno politico, a un tempo doveroso e sfidante. Richiede visione d'insieme, azione coordinata, mobilitazione di "comunità". E richiede attenzione al fatto che da queste aree vengono beni necessari per tutti noi: acqua, aria buona, cibo, paesaggi, cultura."

 Aree interne una strategia progettuale

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